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Mille e un modo per raffreddare i bollenti spiriti

Tra i vari mali che affliggono il Sud, e in particolare le province pugliesi, vi è il fenomeno dell’emigrazione dei giovani. Contemporaneamente all’arrivo di migranti in cerca di fortuna, i giovani pugliesi, soprattutto quelli residenti nei paesi di provincia, mettono in valigia le proprie competenze, i propri studi e le proprie speranze e partono per cercare fortuna in qualche grande città del Centro o del Nord oppure in giro per il mondo. Non sono spinti da mera necessità di lavoro, questa volta, a differenza delle migrazioni passate che hanno svuotato non solo le case ma anche le biblioteche intellettive delle regioni meridionali, ma dal sogno di una vita migliore, che possa avere più stimoli che a loro volta possano tradursi in idee e quindi i progetti di vita. Chi parte lo fa, è certo, non perché non ci sia lavoro, ma perché le proprie competenze non vengono apprezzate. Chiediamoci quanti registi teatrali riescono a campare abitando e lavorando a Taranto, oppure chiediamoci che tipo di lavoro deve fare uno scrittore per permettersi di scrivere e di vivere dalle parti di Manduria, o meglio ancora a cosa si deve abbassare un pittore per poter uscire dallo stato di famiglia di suo padre. Ma non solo, dato che i migliori ingegneri partono per la Francia o per l’Inghilterra e i nostri matematici volano negli States. La provincia, e in particolare quella meridionale, tende a evitare gli eccessi, anche di ingegno, preferendo alle spinte innovative gli atteggiamenti più tranquilli di un semplice impiegato o di un operaio. Ma nella società dell’immagine e della competizione, questo porta ad uno strappo doloroso nel tessuto ociale: se da una parte i mezzi di comunicazione globalizzati spingono all’individualismo e all’esibizionismo per dimostrare di essere in alto nella scala sociale, dall’altra, nella città locale come Martina Franca ad esempio, vigono ancora regole di comportamento che rimangono intonse alle tentazioni che una globalizzazione in parte umana potrebbe offrire. Il risultato è lo scimmiottamento delle foto delle riviste patinate e l’imitazione delle abitudini di Roma o Parigi. Evitando di approfondire un argomento che faremmo con piacere, ma che potrebbe non essere compreso, ci soffermeremo invece sui rimedi che la classe politica ha pensato per evitare un decadimento totale del livello culturale e demografico dei nostri territori. Se la riduzione dell’essere umano a pecora e della collettività a gregge è dovuto al ruolo rincoglionente e pestilenziale dei mezzi di comunicazione a senso unico come la televisione, una cura a questo male potrebbe essere la proposta di ricreare in maniera artificiale spazi comunicativi dove le persone e in particolare i giovani, possano incontrarsi, conoscersi e valorizzare le proprie abilità. Spazi sociali, che la Regione Puglia ha deciso di sponsorizzare a cui ha dato il nome epico di “Bollenti Spiriti”. Servendosi dei quaranta e passa milioni di euro inutilizzati dalla giunta Fitto, Vendola e i suoi assessori hanno creato appositamente un legge che permette ai Comuni di ristrutturare edifici pubblici in modo da dare uno spazio attrezzato ai ragazzi che hanno voglia di fare qualcosa che non sia la solita impennata col motorino. È una legge che davvero tutte le Regioni ci invidiano, innovativa e soprattutto volta a contrastare in qualche maniera la fuga dai nostri paesi e lo smarrimento che coglie le giovani generazioni. A Martina Franca un pool di cervelloni ha deciso che i luoghi da destinare ad accogliere questi spazi sociali sono addirittura due: l’ex Tennis club nella Villa del Carmine e l’ex lazzaretto Casa Cappellari. Due spazi da dedicare alle pulsioni giovanili, da una parte laboratori scenografici, teatrali e musicali, dall’altra, nellestanze di Casa Cappellari, laboratori artigianali. Hanno stilato un progetto, lo hanno portato al Consiglio Comunale e se lo sono fatti approvare. Settecentomila euro di lavori, da iniziare necessariamente entro il 31 dicembre di quest’anno. E a questo punto vengono al pettine alcuni nodi che bisognerebbe sciogliere. Il progetto porta come firma un unico responsabile, un onere o un onore che si palleggiano da un po’ di tempo la dottoressa Silvestri, ideatrice del progetto e l’ingegnere Mutinati, capo assoluto dell’Ufficio Tecnico Comunale e responsabile della parte tecnica. Conoscendo la tendenza tutta martinese a nascondere dimenticare insabbiare sia i soldi che le responsabilità, questi due dipendenti pubblici non vogliono, direi giustamente, avere il patrocinio effettivo del progetto. Questo ha causato alcuni ritardi, ma pare che la Regione, interpellata tipo Salomone, abbia detto la sua (non si sa quale). Poi c’è la questione del progetto esecutivo, consegnato dall’architetto Mastrovito il giorno 28 aprile scorso e ancora non approvato dall’Ufficio Tecnico. Poi c’è il nodo più grosso: il progetto dei Bollenti Spiriti prevede un cofinanziamento comunale di circa settantamila euro, cosa che il Comune ha approvato e ha inserito nel bilancio del 2006, quello che invece di raggiungere il pareggio tra entrate e uscite, registra il pareggio dei voti dei consiglieri, quello che la giunta Conserva ha lasciato a quella Palazzo come dote, quello che dopo due anni non si riesce ad approvare. Considerando che mancano solo sei mesi dalla scadenza e quindi dalla perdita dei finanziamenti europei, ci sono dei forti dubbi che il progetto vada in porto. Ma forse non è il caso di disperare. Noi, nel frattempo, accettiamo scommesse… 

Joseph86’s promuove quest’iniziativa con il sito bollentispiriti.regione.puglia.it

COMUNE DI MARTINA FRANCA (TA)

PROGETTO “RETE DI LABORATORI PER LA CREATIVITA’ GIOVANILE”
“Il percorso che ha portato alla elaborazione della presente proposta progettuale ha visto il coinvolgimento dei diretti destinatari e protagonisti dell’iniziativa ma anche di altri soggetti pubblici, del privato sociale e privati che hanno offerto importanti contributi sin da tale fase ideativa. […]    
Ne è emersa, in maniera pressoché univoca, l’esigenza principale di colmare il vuoto o la carenza di spazi e risorse dedicati all’espressione delle competenze e dei talenti dei giovani, al loro bisogno di informazione, partecipazione  e protagonismo attraverso azioni in grado di valorizzarne ogni apporto originale, con auspicabili e concreti riflessi  anche sul piano dell’occupazione e dell’auto imprenditoria, stimolando la stessa dimensione dello stare insieme, del concetto di gruppo e di comunità, nel senso espresso dagli stessi protagonisti: “..il progetto che vorremmo realizzare a Martina Franca non dovrà essere solo una grande e colorata scatola in cui tenere i giovani, fornendo loro strumenti per non annoiarsi..ma uno spazio sociale forte in cui chi lo frequenterà trovi non solo risposte alle proprie domande ma anche e soprattutto le domande…”

Interventi previsti

COMUNE DI MARTINA FRANCA
Cosa è: Casa Cappellari (Centro Storico)
Cosa diventerà: laboratori singoli per le tecniche manuali artigianali e le nuove tecnologie informatizzate

Cosa è: Ex Tennis Club siti nella Villa Comunale “Carmine”,
Cosa diventerà: Laboratorio collettivo per il teatro, la musica, la scrittura informatizzata

Finanziamento

€ 630.000 (90% dell’investimento) – Quota regionale
€ 70.000 (10% dell’investimento) – Comune di Martina Franca
€ 700.000 – Importo totale

oltre il danno anche la beffa

Con nota prot. n° 751/MBCA del 15 marzo 2007, pervenuta il successivo 20 marzo 2007 ed assunta al prot. n° 5975 di questo Comune, il Dirigente del Settore Beni Culturali della Regione Puglia ha trasmesso la determinazione dirigenziale n° 045 del 26/02/2007 con la quale è stato disposto di revocare, in via cautelare, il contributo concesso in conto capitale in favore del Comune di Martina Franca per i lavori di recupero del sito rurale abbandonato in Valle d’Itria – località Ortolini (Sottoprogramma 4 – Misura 4.2.3. lett.a) – P.O.P.1994/1999- II Triennio 97/99. Obiettivo 1 F.E.S.R.) nonché di recuperare le somme erogate, con determinazioni dirigenziali n° 113 del 07/08/2000, n° 9 del 18/01/2001, n° 110 dell’8/10/2001 e n° 61 del 27/02/2002, per un importo complessivo di € 689.053,69, disponendo, in difetto di restituzione della suddetta somma di € 689.053,69 entro 60 giorni, il recupero attraverso il Settore Contenzioso Amministrativo della Regione Puglia.
Si legge nella determinazione dirigenziale n° 045 del 26/02/2007 che il procedimento relativo alla revoca cautelare del contributo ha avuto avvio a seguito di nota della Guardia di Finanza – Comando Compagnia di Martina Franca (TA) prot. n° 1532/4446 del 25/ 02/2006 con la quale è stato comunicato – alla Regione Puglia – una serie di dati relativi all’attività investigativa svolta dal suddetto Comando a seguito di complesse indagini di polizia giudiziaria delegate dalla Procura della Repubblica di Taranto, attività che avrebbe evidenziato la sussistenza di irregolarità nella esecuzione dei lavori relativi al finanziamento.
Con delibera n°166 del 2007 la Giunta ha proposto opposizione al Tar chiedendo la sospensione del provvedimento.

martina franca promotrice per un futuro migliore…

Non saremo certo i primi, ma sicuramente si può scegliere se essere o no promotori di un futuro migliore per la nostra città, traendone anche, perché no, profitto! Esaminando la bozza del nuovo decreto sul conto energia e seguendo un semplice ma efficace esempio possiamo capire l’opportunità che il comune di Martina Franca non può farsi sfuggire. 
Se si prendono in considerazione gli edifici scolastici del comune, appare evidente che i lastrici solari sono uno spazio inutilizzato, il quale potrebbe essere sfruttato per l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica da fonte solare. Tenuto conto che nel territorio comunale ci sono 14 istituti scolastici i quali potenzialmente possono ospitare un impianto fotovoltaico di circa 20Kw ciascuno, proviamo a calcolare il risparmio e il profitto che se ne trarrebbe se tutte queste scuole aderissero al conto energia.
Un impianto da 20Kw produrrebbe, nella nostra zona, energia pari a 28.000 KWh/annui, considerando l’eventualità peggiore che i moduli non si integrino architettonicamente con la struttura, aderendo al conto energia, l’energia prodotta verrebbe remunerata ad una tariffa di 0,36 € per Kwh, per un ricavo annuo di € 10.080,00.
Inoltre, l’impianto fotovoltaico porterebbe un risparmio in termini di energia consumata di € 5.040,00 (considerando un consumo medio di 252 Kwh ad una tariffa attuale di circa € 0,18).
Il totale tra il ricavo conseguito e il risparmio risulta essere di € 15.120,00 annui.
Il costo medio di un impianto da 20 Kw chiavi in mano si aggira intorno ai € 140.000,00.
In 20 anni che è il tempo per il quale viene riconosciuta la tariffa incentivante del conto energia, il ricavo ammonterebbe a € 201.600,00 che al netto dei costi porterebbe ad un guadagno di € 61.600,00 a cui va sommato il risparmio in termini di consumi di € 100.800,00 per un totale di € 162.400,00. Con un tempo di ritorno dell’investimento di 9,26 anni.
Le cifre sono calcolate sulla base dei consumi medi, dei rendimenti dei pannelli nella zona del Sud Iatlia e dei prezzi di mercato.
In ultima analisi prevedendo di installare l’impianto sulle 14 scuole del territorio comunale di Martina Franca il totale tra ricavo e risparmi per il comune risulterebbe

alla fine dei 20 anni di ben € 2.273.600,00. Il prezzo dell’impianto per una fornitura di tale entità potrebbe ulteriormente ridursi con la predisposizione di una gara d’appalto (come già avvenuto per altri comuni) che porterebbe ad offerte minori e quindi ad un maggior vantaggio per il comune.
Sono sicuramente cifre che fanno riflettere e da valutare insieme al fatto che in questo modo si darebbe il buon esempio a tutti i cittadini sulla necessità di attingere alle fonti rinnovabili di energia come preludio per una città rispettosa dell’ambiente.

stiamo cadendo a brandelli nn credete?

Ormai è record. Quattro giunte in meno di un anno (si è votato lo scorso 27-28 maggio). Mai come ora la politica è stata ferma e la città nel caos.
Dopo la bocciatura del bilancio consuntivo mercoledì notte in consiglio comunale, il Sindaco ha riferito ufficialmente che nella giornata di venerdì avrebbe chiesto agli assessori di dimettersi. In caso contrario avrebbe revocato lui stesso le deleghe. Al riguardo c’è un precedente specifico e recente: la battaglia giudiziaria fra Palazzo e il suo vice, Miali, a suon di ricorsi al Tar (vincente Miali) ed al Consiglio di Stato (vincente il Comune). Anche ora potrebbe finire così?
Di certo c’è che un anno è stato più che sufficiente per mostrare a tutti l’inadeguatezza dell’attuale classe politica a governare le sorti di una città che non è mai stata così in affanno.
Ultimo esempio quello dell’assistenza dei minori considerati a rischio di devianza. Un servizio che le cooperative Antares e S. Giuseppe dei Lavoratori hanno prestato in questi anni con buoni risultati e che, di proroga in proroga, è scaduto il 31.12.2007 senza che fosse neanche stata bandita la nuova gara. Risultato? Interruzione del servizio. Almeno per il Comune e stando alle carte.
Di fatto, la sensibilità degli operatori (alimentata illusoriamente da qualche politico) ha imposto il dovere morale di proseguire nell’assistenza. Senza stipendio e rimborso spese. Pagano di tasca propria, da gennaio, fitto, luce, gas e quanto altro potrete ben immaginare che serva per rendere più accogliente e gradevole possibile il soggiorno di decine di bambini sfortunati.

A MARTINA LA PRISMA VOLLEY TARANTO

 

L’annuncio è ufficiale: la Prisma volley Taranto di A1 giocherà la prossima stagione nel Palazzetto dello Sport di Martina lasciando definitivamente il PalaMazzola di Taranto.
Un arrivo importante visto che la squadra milita nella massima serie nazionale ma che, sulle modalità di definizione degli accordi circa l’utilizzo della struttura, sta facendo mugugnare molta parte delle altre società sportive martinesi che quell’impianto hanno atteso per anni ed, infine, ottenuto.
La gestione della vicenda da parte del Comune, secondo loro, non è stata rispettosa delle esigenze di tutte le società sportive (anche alcune scuole, fra cui il Marconi – palestra inagibile -, utilizza la struttura) e la conferenza stampa di ufficializzazione dell’arrivo nella nostra città della squadra di pallavolo tarantina deve essere sembrata loro una sorta di fuga in avanti dell’amministrazione comunale.
Qui di seguito un comunicato del 10.6.2008 di alcune società sportive martinesi giunto al nostro indirizzo ma rivolto al Sindaco:
Ill.mo Sindaco,
in data 7 giugno scorso, le società sportive di Martina che hanno fino a quest’anno utilizzato il Palazzetto dello Sport di Martina Franca, sono state convocate al fine di verificare la possibilità dell’utilizzo dello stesso da parte della società di volley Prisma Taranto.
In verità gli organi di stampa nei giorni precedenti davano già per raggiunto l’accordo con il comune di Martina, che prevedeva il trasferimento dell’attività della società tarantina nella nostra città.
Durante la riunione, presieduta su Sua delega dal delegato allo sport sig. Angelo Gianfrate, la discussione è stata piuttosto animata, tanto da indurre alcune società ad abbandonare l’incontro. Stesso comportamento è stato tenuto dalla rappresentante della Prisma Taranto, sig. ra Zelatore, la quale abbandonava il tavolo, sostenendo che comunque “l’autorizzazione all’ingresso della sua società nel Palazzetto di Martina, era già cosa fatta”.
Nel prosieguo della mattinata le società rimaste, con grande difficoltà, legata soprattutto alla giornata della domenica ma non solo, anche al calendario giornaliero degli allenamenti, cercavano una soluzione alle esigenze comuni, pur di venire incontro ai desideri dell’Amministrazione comunale, espressi dal delegato Angelo Gianfrate.
Si ipotizzava pertanto un calendario di utilizzo del Palazzetto dello Sport, in cui tutte le società di Martina, concordavano orari giornalieri per gli allenamenti e l’uso dei fine settimana per le partite ufficiali con l’intento di rivedersi a breve per una stesura definitiva dell’accordo.
In verità erano assenti alcune società minori che in questi anni hanno utilizzato il Palazzetto dello Sport per manifestazioni di prestigio. Così come erano assenti (non invitati in verità) i rappresentanti delle scuole di Martina che hanno usufruito della struttura durante l’anno nelle mattinate.
Nella mattinata di oggi siamo stati interpellati telefonicamente per partecipare ad una conferenza stampa indetta dal delegato allo sport Angelo Gianfrate nella giornata di domani 11 giugno, in cui sarà ufficialmente presentato alla città il trasferimento dell’attività Prisma a Martina Franca.
Ci chiediamo:
1) Un’operazione di tale portata che potrebbe penalizzare notevolmente le società sportive martinesi per un affollamento del Palazzetto dello Sport, come mai viene attuata con tanta fretta?
2) Perché, contravvenendo agli accordi raggiunti durante la riunione di sabato, non vi è stata una ulteriore riunione per rivedere ed eventualmente sottoscrivere i termini dell’accordo?
3) Siamo sicuri che la nostra città complessivamente potrà ricevere solo vantaggi da questa operazione e non finirà invece per soffocare e sacrificare la vivacità e le innumerevoli attività delle società sportive martinesi, che solo negli ultimi anni avevano potuto avere un palcoscenico adeguato ai loro sacrifici?
Le società martinesi hanno costruito in questi anni rapporti e relazioni con le realtà imprenditoriali della nostra città, ovviando alle note difficoltà economiche dei propri bilanci, attraverso piccole e grandi sponsorizzazioni, che sono riusciti a far crescere lo sport “minore” in termini qualitativi e quantitativi. La presenza di una società esterna a Martina potrebbe danneggiare irreversibilmente questa realtà costruita faticosamente negli anni, grazie all’abnegazione e all’impegno di tanti appassionati che sono riusciti a coinvolgere nelle loro attività tante famiglie e tanti giovani, tanti ragazzi e tante donne nell’attività sportiva.
Chiediamo pertanto un incontro urgente delle società sportive di Martina con l’Amministrazione da Lei presieduta, per una valutazione attenta e non frettolosa delle problematiche fin qui illustrate. Fiduciosi dell’accoglimento di questa nostra istanza, cogliamo l’occasione per inviare i nostri più cordiali saluti 
Firmato:
Fortitudo Basket
Nuova Itria
red boys
Demar Martina Calcio a 5
gioventù martina
polisportiva arci martina
UISP “Valle d’Itria”

 

Parola al Sen. Nessa

Le affermazioni del Sen. Nessa riportate oggi dai quotidiani, piuttosto che tranquillizzare, suonano come l’ennesima conferma delle divergenze profonde all’interno del PdL.
Infatti, solo pochi giorni fa, dopo la bocciatura del consuntivo 2006, il Sindaco aveva ufficialmente annunciato la fine della sua terza giunta (“se non si dimettono li revocherò io” aveva riferito ai cronisti) ed il varo di un nuovo esecutivo in grado di raccogliere maggiore coesione fra i gruppi consiliari.
Gli aveva fatto immediatamente eco Michele Marraffa che aveva apertamente affermato l’esistenza di un dialogo in corso con il PD (oggi confermato dalla segreteria cittadina dei Democratici) finalizzato a rendere più ampia la maggioranza di governo cittadino, troppo spesso incerta nei numeri ed impossibilitata ad operare.
Oggi le dichiarazioni del coordinatore azzurro Nessa sconfessano categoricamente sia il Sindaco Palazzo che il Presidente del Consiglio Marraffa ai quali viene, quindi, negato il pur minimo ruolo politico.
In pratica, né il Presidente né (cosa ancor più grave) il Sindaco riescono a mostrare la propria autorevolezza e vengono seccamente smentiti e ridimensionati dalle segreterie di partito (AN e FI) che sino ad oggi, è innegabile, hanno avuto come unico obiettivo quello di salvaguardare le poltrone dei propri assessori (si ricorderà la battaglia giudiziaria di Miali per non perdere la poltrona di vice sindaco) piuttosto che operare nell’interesse della città.
Secondo Nessa non c’è alcun problema di numeri (anche se andrebbe spiegato che, secondo il suo piano, la maggioranza rimane di 16 consiglieri compreso il Sindaco) e nessuna divergenza sulle strategie di governo della città. Anzi, dopo un anno completamente perso, sarebbe arrivato il “momento di operare”.
Peccato che non siano dello stesso avviso proprio il Sindaco ed il Presidente del Consiglio (altrimenti perché parlare di azzeramento e di allargamento della maggioranza?) ai quali, però, evidentemente non viene riconosciuto alcun ruolo nelle decisioni sulla politica cittadina (da questo punto di vista, l’apertura del PD verso Marraffa appare quantomeno incauta).
Quel che sembra di capire è che è prevalsa la volontà di continuare a condurre il braccio di ferro in consiglio con numeri risicatissimi. Il che equivale ad una garanzia di stallo perdurante dell’attività amministrativa.
Altro che rilancio.

inchiesta sulla benzina

Appena arrivati al distributore notiamo che la fila delle auto è lunga, molto lunga, considerando il fatto che è una piccola pompa di benzina in un posto seminascosto del paese. Siamo andati a Locorotondo per verificare

una notizia apparsa martedì sul sito della Federconsumatori. Su questo sito è stata pubblicata una lista delle cosiddette “pompe bianche”, ossia di quei distributori di carburante che non appartengono a nessun grande marchio. Dalle nostre parti ce ne sono alcuni, il sito ne riporta due a Taranto e uno a Ceglie, più quello a Locorotondo che siamo andati a verificare. Naturalmente, dato che questo non è un giornale di offerte commerciali. I prezzi del gasolio e della benzina senza piombo sono effettivamente minori rispetto agli altri distributori della zona che, non ostante il libero mercato e le leggi della concorrenza, hanno tariffe stranamente tutte coincidenti. A Locorotondo, presso questa “pompa bianca”, ci sono sei centesimi di euro di differenza per litro. Il risparmio, ci dicono dopo averci ricevuto negli uffici, è che nella catena che parte da quando si estrae il petrolio fino a quando viene messo nel serbatoio dell’auto, si salta un passaggio. Il passaggio del gestore, di quello che apre una pompa di benzina affidandosi ad un marchio noto. Assumendosi tutti i rischi dell’attività imprenditoriale, chi ha una benzina senza bandiera (bianca), preleva direttamente il prodotto dalla raffineria più vicina e poi senza ulteriori passaggi lo vende al dettaglio. Il margine di risparmio è poco, ma comunque, in un pieno, si fa sentire. Cosa determina allora il prezzo al dettaglio del carburante? In un volantino messoci a disposizione da Paolo Castellana, responsabile nazionale dei gestori Agip, leggiamo che su cinquanta euro spesi, la metà vanno allo Stato sotto forma di Iva e accise, la seconda fetta più grossa va all’acquisto della materia prima, intorno ai venti euro, e i restanti sei se li dividono in parti diseguali il gestore della pompa e il petroliere: uno e mezzo al gestore e cinque al petroliere. L’Iva è del venti per cento, e poi bisogna considerare le accise, ossia le tasse imposte dallo Stato su alcuni prodotti specifici, tipo il tabacco, l’alcol e la benzina. Vengono imposte per pagare spese straordinarie dello Stato, in particolar modo le guerre, e infatti, da una tabella trovata su internet, scopriamo che quando facciamo benzina, paghiamo ancora quasi due lire per la

guerra in Eritrea del 1935 e poi, passando per terremoti e guerre, paghiamo anche qualcosa riguardo l’aumento

dello stipendio accordato agli autoferrotranvieri nel 2003. Poi va considerato il prezzo del petrolio al barile,

che incide indirettamente sul costo della benzina o del gasolio. Ora il petrolio viene venduto a 127 dollari americani, il doppio rispetto a due anni fa. Questo è dovuto, secondo la maggioranza di chi abbiamo sentito, a una maggiore domanda di petrolio da parte dei nuovi colossi mondiali, la Cina e l’India. A questa maggior richiesta non corrisponde solo una maggior produzione, ma una maggior speculazione. Ce lo ha spiegato un funzionario della Chemoil, una compagnia petrolifera. Molto del costo del barile è dovuto al mercato cosiddetto “cartaceo”, ossia i “futures”, ossia alle varie compravendite che il prodotto subisce. Un carico di greggio può essere comprato e venduto senza spostarsi mai dal deposito in cui si trova. La compagnia A lo vende a B, che lo vende a C e che poi lo rivende a D. In questi passaggi, che non sono più il classico passaggio produttore-distributoreconsumatore, ma società che si palleggiano allegramente il prodotto, il prezzo iniziale diventa quattro

volte tanto, e questo influisce sulle tariffe di vendita al dettaglio. Queste operazioni sono speculazioni conomiche

che non toccano mai davvero il prodotto, che rimane sempre lì dov’è. Sono passaggi che servono solo ad aumentare il profitto delle compagnie. L’aumento di prezzo però, non è dovuto solo a queste manovre, ma

anche a due altre variabili: l’inflazione e la moneta con cui viene acquistato il prodotto. Infatti, rapportando i

prezzi di oggi con quelli di ieri e calcolando l’inflazione, un barile costa addirittura di meno di qualche anno fa. Non solo, ma siccome il petrolio è acquistato realmente dai paesi produttori in euro (che è una moneta

molto forte), e la moneta europea vale molto di più del dollaro, quando poi viene rivenduto nel conio americano,

allora il prezzo lievita. Ma è un prezzo finto, che sembra tanto ma non lo è. Infatti, se calcoliamo quanto valeva un euro due anni fa e quanto vale oggi, ci accorgiamo che un il costo del barile non è poi dissimile. Ma il prezzo comunque alla pompa aumenta. Ma questo è dovuto all’inflazione, al fatto che i petrolieri e i grossi speculatori non vogliono rinunciare al loro margine di guadagno e chi ne fa le spese sono sempre i cittadini. Infatti, il prezzo viene calcolato secondo l’inflazione, ma gli stipendi e i salari no. Ecco che poi il costo aumenta, anche se in realtà costa quanto l’anno scorso. Il ministro Tremonti, l’uomo che ha detto NO alla globalizzazione, ha proposto una tassa Robin Hood, ossia un nuovo prelievo fiscale che penalizzerà i petrolieri e non più la povera gente. In realtà, è il caso di spiegare, dato che sembrerebbe che l’esponente del PDL si sia convertito al bolscevismo, quando si tassa un padrone, il petroliere in questo caso, egli si rifà sulla pelle dei cittadini, aumentando poi il prezzo al dettaglio del carburante. Quindi diventa per noi una tassa indiretta, che pagheremo comunque sempre noi, ogni volta che ci riforniamo. Basterebbe invece approvare ed applicare una legge che giace da anni in Parlamento, la Tobin Tax (dal nome del premio Nobel che l’inventò), che tassa in maniera efficace tutte le speculazioni finanziarie, rendendole meno redditizie per i grandi finanzieri. Solo una legge del genere potrebbe in qualche modo arginare la crescita inarrestabile dei costi dei prodotti (tra cui anche quelli alimentari). Il Robin Hood della leggenda le tasse le toglieva, non le imponeva. Ma forse Tremonti questo non lo ricorda.

Tempi duri per Martina Franca…

C’è da chiedersi se si rendano effettivamente conto di quanto stanno facendo.
Il 30 maggio scorso la Giunta Comunale ha approvato lo schema di bilancio 2008 ed ha aggiornato le tariffe dei tributi. Tutti presenti il Sindaco e gli otto assessori.

LO SCHEMA DI BILANCIO 2008.
La questione è ben nota: il nostro Comune non riesce ancora ad approvare il rendiconto 2006 (scadenza 30.6.2007; bocciato nella seduta del 15 maggio scorso) e ciò ha sinora impedito che si potesse portare all’approvazione il bilancio di previsione 2008.
Recita, infatti, l’art. 172 d. l.vo 267/00: “Al bilancio di previsione sono allegati i seguenti documenti: a) il rendiconto deliberato del penultimo esercizio antecedente quello cui si riferisce il bilancio di previsione, quale documento necessario per il controllo da parte del competente organo regionale; b) …”.
Anche la Corte dei conti lo ha ribadito, proprio qualche giorno fa, attraverso il provvedimento che condanna il Comune di Martina Franca per la sua inadempienza (ne parliamo nel post “LA CORTE DEI CONTI: GRAVI IRREGOLARITA’ ECONOMICHE E FINANZIARIE”).
Nonostante ciò, la Giunta Comunale, come aveva annunciato qualche giorno addietro l’assessore al Bilancio, ha ugualmente proceduto all’approvazione.
La situazione si ingarbuglia sempre di più.
Vi facciamo notare una cosa: è la stessa Giunta a richiamare più volte nella propria delibera l’art. 172 del d. l.vo 267/00 e gli allegati ivi indicati, cioè proprio quell’articolo che imponeva di attendere l’approvazione del rendiconto 2006 (se mai sarà approvato).
La gatta frettolosa …

IL NUOVO AUMENTO DELLA TARSU: + 70%.
Questo è il benservito a chi li ha votati (e, purtroppo, anche a chi non lo ha fatto).
La delibera, che pubblichiamo sotto cliccando su “download”, ha anche aggiornato le tariffe tributarie per l’anno in corso. Ed ecco la bella sorpresa: la TARSU, già aumentata del 60% nel 2006 e del 35% nel 2007, viene portata ancora più su, con un aumento senza precedenti: + 70% (dicono “per fronteggiare i maggiori costi della tariffa di smaltimento e per pervenire al pareggio economico costi/ricavi del servizio raccolta, trasporto e smaltimento RSU”).
Facciamo un esempio: chi nel 2005 pagava € 80,00 si è tovato a pagarne € 128,00 nel 2006, € 172,80 nel 2007 ed ora, con il nuovo aumento, dovrà pagare € 293,76. In pratica un aumento del 367,20% in tre anni.
Del resto, come dimenticare la posizione contraria rispetto alla raccolta differenziata dell’ex assessore all’ecologia ed attuale presidente del consiglio comunale Marraffa?
Nella delibera nessun riferimento, ancora una volta, al costo del servizio (pur indicando la Giunta la presunta necessità di pervenire al pareggio costi/ricavi).

Politica immobile, tranne che per gli aumenti delle tasse.
Sono tempi duri, durissimi per i cittadini.

L’asino Murgese

Nell’ agro di Martina Franca, nella Murgia Tarantina, si alleva la piu’ famosa razza asinina del mondo, appunto l’ asino di Martina Franca, che da questa bellissima citta’ pugliese prende il nome.
Il territorio di Martina Franca è situato su un altopiano con altezze comprese tra i 450 e i 530 metri sul livello del mare; il sottosuolo è formato da calcare compatto, bianco, ottimo come pietra da costruzione, che in alcuni zone si presenta formato da lastre sottili denominate “chiancarelle”, con le quali, da secoli, si costruiscono i famosi “trulli”, che si trovano sparsi pittorescamente in tutta la campagna martinese.

La storia dell’ asino di Martina Franca è legata a quella di queste aride e pietrose colline della Puglia: le Murge. In particolare la Murgia sud-orientale, nel comprensorio dei trulli e delle grotte; un territorio unico nel suo genere, di circa 80mila ettari, con conformazione e con caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto all’allevamento del bestiame.
Qui, a meta’ strada tra l’Adriatico e lo Jonio, si è formato questo splendido asino, espressione di un territorio al quale deve molti dei suoi pregi: come la rusticita’, necessaria per sopravvivere in un ambiente climaticamente difficile, freddo d’inverno ed arido durante l’estate; la solidita’ degli arti e dello zoccolo, da attribuire alla dura roccia carsica che, nelle Murge, affiora ovunque; la sicurezza del piede ed il grande equilibrio, che acquisiscono solo animali abituati a percorrere sentieri scoscesi.

Sulle origini dell’asino di Martina Franca non vi sono dati sicuri; le credenze locali sono quasi concordi nel ritenere che esso derivi dall’asino Catalano importato nella zona dai conti di Conversano, all’ epoca della dominazione spagnola. Secondo Montanaro (L’asino di Martina Franca, Rivista di zootecnia, 1930), la presunta importazione di asini spagnoli sarebbe stata “una sola”, e di soli 15 soggetti, e ” le osservazioni zootecniche insegnano come un’introduzione accidentale e limitata sia insufficiente a trapiantare una razza in un nuovo ambiente, perche’ l’influenza dei nuovi soggetti, in generale, e quando non venga effettuata alcuna selezione, viene annullata dalla massa degli animali indigeni”.
Questa obiezione ha maggiore valore nel caso dell’asino di Martina Franca, in quanto le leggende popolari non parlano di ulteriori introduzioni oltre a quella effettuata una sola volta all’epoca della denominazione spagnola. Pertanto i tecnici e gli storici ritengono che nella zona di Martina Franca esistesse gia’ prima un tipo di asino di forme sviluppate e di mantello piuttosto scuro, in modo che l’asino spagnolo, incrociatosi con esso, lo abbia solo, e in parte, migliorato.
L’asino di Martina Franca ha quindi un’origine autoctona, strettamente legata alle campagne dell’ agro di Martina Franca e dei comuni limitrofi.

L’asino di Martina Franca, grazie alla sua mole, è stato esportato in tutto il mondo. Ovunque questo eccezionale asino è stato largamente impiegato per la produzione di impareggiabili muli e come miglioratore di altre popolazioni asinine.

Nel 1926, il Ministero dell’Agricoltura, in collaborazione con l’allora “Regio Deposito Stalloni” di Foggia, oggi Istituto Regionale Incremento Ippico, e tramite l’Ispettorato Agrario Dipartimentale di Bari, oggi Assessorato Regionale Agricoltura, diede inizio, in Puglia, alla selezione della razza asinina Martina Franca.

Cio’, nell’ immediato dopo guerra, creo’ l’ esigenza di una organizzazione che si interessasse alla tutela ed alla valorizzazione di questa antica razza autoctona. Questa esigenza era particolarmente sentita tra gli allevatori, i quali erano riusciti a conservare questi splendidi animali dopo le vicissitudini subite da tutto il settore equino durante la II Guerra Mondiale.
Cosi’, nel 1948, su iniziativa dell’ On.le Alfonso Motolese, deputato alla Assemblea Costituente e sindaco di Martina Franca, un gruppo di 22 allevatori, tra i quali ricordiamo Alberico Motolese e Alfonso Basile, promossero la costituzione dell’ Associazione Regionale Allevatori dell’Asino di Martina Franca e del Cavallo delle Murge , la prima del genere in Italia, con sede in Martina Franca.

L’ associazione, grazie all’entusiasmo ed alla passione dei suoi soci costitutori ed alle capacita’ organizzative di Alberico Motolese e Alfonso Basile, presidenti dell’ associazione (Motolese dal 1948 al 1975 e Basile dal 1975 al 1995), diede un importante impulso alla diffusione ed alla conoscenza della razza ed una nuova impostazione all’allevamento ed alla selezione.
Tutto cio’ fu possibile anche e soprattutto alla stretta collaborazione con il Regio Deposito Stalloni di Foggia, allora diretto dal colonnello Agostino D’Alessandro, zootecnico di grandi capacita’.

Nel dicembre 1956, l’associazione organizzo’, a Martina Franca, il I° Mercato Concorso del cavallo delle Murge e dell’ asino di Martina Franca, manifestazione che ancora oggi si svolge ogni anno a Martina Franca nel primo week-end del mese di dicembre.

Grazie alla diffusione dell’ asino di Martina Franca su tutto il territorio nazionale, nel 1990, su iniziativa del dr.Alfonso Basile, fu costituita l’ A.N.A.M.F. (Associazione Nazionale Allevatori del Cavallo delle Murge e dell’Asino di Martina Franca) con sede a Martina Franca, di cui il dr. Basile è stato presidente fino al 1995